Il merletto a tombolo è un pizzo fatto a mano la cui arte era diffusa in particolare a Rochemolles.
Lo strumento utilizzato era il tombolo, una specie di cuscino imbottito di forma cilindrica corredato dai fuselli, piccoli fusi attorno ai quali venivano avvolti i fili. La lavorazione del pizzo iniziava appuntando con gli spilli al cuscino un foglio con il disegno del merletto da realizzare. I fili trattenuti dai fuselli venivano intrecciati tra loro secondo schemi molto complessi che, per i pizzi più ampi, potevano raggiungere l’impiego di oltre un centinaio di fuselli. Il tipo di prodotto era quello classico della regione alpina, con il fondo a punto Parigi e le decorazioni a punto tela, contornati da un grosso cordonetto. Tale produzione costituiva in passato una valida risorsa economica per Rochemolles, infatti questi pizzi erano acquistati dalle donne della valle per guarnire abiti da festa, cuffie, per i corredi dei neonati e per arredi sacri.
L’ultima donna a dedicarsi a quest’arte è stata “tante” Marie- Rose Garcin (1893 – 1950) che ha lavorato fino al 1949.
Nei musei etnografici di Bardonecchia e di Rochemolles sono raccolti sia gli attrezzi del mestiere, tomboli antichi e moderni, sia un bel campionario di pizzi realizzati in loco, montati su cuffie o sciolti.
Nel museo etnografico di Bardonecchia è conservato un antico tombolo completo di merletto incominciato, fuselli e “crocca d’fa pounzetta”, ovvero il bastone intagliato che, piantato nel terreno e tenuto tra le ginocchia, faceva da supporto al tombolo in fase di lavorazione del pizzo; altrove il tombolo veniva appoggiato su ripiani o sedie.