La storia della diga di Rochemolles e della Decauville inizia nei primi anni del novecento con l’elettrificazione della tratta ferroviaria Torino – Modane.
Le Ferrovie dello Stato, volendo essere autonome nella produzione dell’energia elettrica, decisero di progettare due centrali idroelettriche: una a Morbegno e una a Bardonecchia. Pertanto venne ideata la costruzione di una diga in calcestruzzo nella Valle di Rochemolles e la sua istituzione ufficiale fu sancita con il Decreto del 3 giugno 1921.
Le acque del torrente Rochemolles furono imbrigliate in un canale derivatore lungo 7,8 km, la cui costruzione iniziò nel 1919 e terminò nel 1921. Terminato il canale si iniziò a costruire la diga in località Grange du Plan (1973m s.l.m.), area situata pochi km sopra l’abitato di Rochemolles. I lavori durarono dal 1924 al 1930.
All’inizio del secolo scorso nella conca di Bardonecchia non esistevano le attuali strade, e il mezzo più utilizzato era il mulo. Per facilitare il trasferimento del cemento, elemento fondamentale per la costruzione della diga, si realizzò un sistema di trasporto formato da diversi segmenti consecutivi:
– i piani inclinati che partivano da Bardonecchia, passavano dalle Gr. Horres ed arrivavano fino alla località Bacini;
– la piccola ferrovia a scartamento ridotto Decauville che partiva dalla località Bacini e arrivava al cantiere della diga.
Il materiale aggregante veniva invece estratto in località Grange du Fond, dove sorge l’attuale Rifugio Scarfiotti, e portato al cantiere prima da una teleferica e poi per 1,5 km da un piccolo trenino a carbone.
Nel 1930 nacque la figura del “guardiano della diga”: venivano prevalentemente assunte persone del luogo ed era un lavoro duro poiché si viveva tanto tempo in solitudine.
Oggi la diga ha una capacità di invaso di circa 3,7 milioni di metri cubi di acqua e un’altezza pari a 60 metri. Architettonicamente è uno sbarramento a gravità massiccia in calcestruzzo con un arco di cerchio per un raggio di 350 metri. Il canale derivatore che raccoglie le acque di 3 prese intermedie (Almiane, Valfredda e Malrif) alimenta il bacino dello Jafferau; da quest’ultimo parte la condotta forzata che alimenta a sua volta la centrale Enel Green Power “Mario Celso” di Bardonecchia – Rochemolles..
La storia della Decauville
I lavori per la realizzazione della strada sulla quale doveva viaggiare la piccola ferrovia Decauville iniziarono nel 1919 e terminarono nel 1921. Contemporaneamente alla posa della strada sterrata venne realizzato un canale derivatore, parallelo al manto stradale, che aveva l’indispensabile funzione di portare l’acqua ai tre bacini situati in località Frejusia. All’interno del canale correva ancorato il cavo della linea telefonica diga – bacini. I binari erano adagiati direttamente sullo sterrato e la stabilità era assicurata dall’interramento delle traversine. A causa dell’elevato rischio valanghe la “ferrovietta” veniva utilizzata solo nel periodo estivo. Il ponte sul Rio Almiane, ancora in funzione nel 1964, veniva completamente smontato e trasportato sui vagoncini fino ai Bacini dove sostava per tutto l’inverno. Durante questo periodo i rifornimenti ed il cambio del guardiani avvenivano all’interno del canale derivatore che veniva svuotato per consentirne il passaggio.
La linea era percorsa da piccoli ed economici locotrattori a benzina provenienti dalle ex ferrovie da campo militari britanniche del Brenta (Thiene- Calvene); rispetto alle locomotive a vapore richiedevano poca manutenzione. Nei primi anni di servizio, essendo privo di fanali, il trenino viaggiava solo di giorno.
Solo nel dopoguerra il locomotore venne dotato di fari, tuttavia gli spostamenti notturni erano consentiti solo per interventi urgenti. Il trenino raggiungeva una velocità media che variava a seconda del carico dai 7 ai 15 km/h; la durata del percorso dai Bacini alla Diga era di circa 60 minuti, senza il carico poteva ridursi a circa 40- 45 minuti. Il trasporto delle persone doveva essere autorizzato e si trattava quasi sempre di ispettori e tecnici. Pochi i trasporti a scopo turistico: nel 1923 l’inaugurazione del rifugio Scarfiotti e qualche escursione aziendale.
Terminati i cantieri del canale e della diga ci fu una diminuzione del traffico e il trenino aveva principalmente la funzione di trasportare i manutentori o i guardiani dell’invaso. La composizione del trenino si ridusse così al locomotore più un carro.
Il percorso Decauville lungo 7,8 km e largo 2 metri oggi è utilizzato nella bella stagione da numerosi escursionisti e cicloturisti. In inverno è il luogo ideale per le passeggiate con le racchette da neve (solo i primi 4 km) oppure per lo sci di fondo turistico. Sono ancora visibili dei piccoli muretti costruiti dalle FS per contenere le frane e anche una galleria lunga circa 20 metri, situata poco prima dell’arrivo della diga. Il piccolo tunnel, scavato nella roccia viva, era chiamato la “galleria dei martless” cioè dei rondoni.
Il 1968 segnerà la fine della piccola ferrovia Decauville con il passaggio della diga e di tutte le proprietà mobili e immobili da Ferrovie dello Stato all’Enel.
La chiusura della Decauville avvenne entro il 1970.Testo tratto dal libro “Rochemolles – La Decauville, la diga, la strada e la luce” di Edoardo Tripodi e Walter Re