Fauna

Un mondo dove la natura sembra essersi impegnata oltre ogni limite

La fauna selvatica è un patrimonio importante per la conca di Bardonecchia: alcune specie risiedono qui da sempre, altre sono arrivate in tempi recenti ed alcune sono state introdotte dall’uomo.
Gli animali selvatici popolano le vallate, i boschi, le praterie e i versanti scoscesi delle montagne ed il cielo è ricco di vita

Gli ungulati, animali erbivori, che spesso si incontrano durante le escursioni
Il cervo
Presente in questi territori in passato, scomparso poi per diverse cause, è ricomparso negli anni ’60 nel Gran Bosco di Salbertrand, ed è tornato ad occupare i suoi antichi ed abituali spazi. E’ il più imponente degli ungulati, il maschio può arrivare a pesare più di 200 kg, la femmina 160, con un’altezza al garrese di 110-135 cm. Il maschio è facilmente distinguibile dalla femmina per la presenza dei palchi che vengono rinnovati ogni anno in primavera ed è inconfondibile il suo bramito nel periodo degli amori, da metà settembre a metà ottobre
Il capriolo
Come il cervo la sua presenza è aumentata dagli anni ’60; il nucleo storico dell’Alta Valle di Susa discende dal rilascio di circa 50 capi provenienti dalla Slovenia. Molto più piccolo del cervo, popola con sorprendente spirito di adattamento ogni angolo della valle e spesso lo si incontra mentre pascola tranquillamente nei prati vicino al centro abitato, incurante della nostra presenza. Anche il capriolo perde il trofeo maschile che cade in autunno e si rinnova d’inverno. Riconoscibile in estate, nel verde dei boschi, per il colore quasi arancione del pelo e la macchia anale bianchissima che, nella femmina, è a forma di cuore.
Il camoscio
Animale splendido ed elegante, dal portamento fiero e con un’agilità incredibile, con i suoi 45 kg. è capace di compiere evoluzioni ed acrobazie su dirupi e strapiombi che solo il cugino stambecco è in grado di eguagliare. Il mantello muta il colore nelle stagioni, bruno scuro d’inverno e giallo-grigio rossastro in estate. Il cuore è molto voluminoso e pompa sangue ricco di globuli rossi che consente al camoscio sforzi violenti anche ad alta quota.
Altri animali che frequentemente troviamo nella conca di Bardonecchia
La volpe
E’ stata perseguitata fin dai tempi antichi per la sua pelliccia ma, beffandosi dell’accanimento con cui l’uomo cerca ancora oggi di sterminarla e delle difficoltà della vita selvatica, la volpe fortunatamente è ancora presente nel territorio e la si incontra spesso, soprattutto nelle notti invernali, per le strade dei paesi in cerca di cibo.
La marmotta
Famosa per l’incedere goffo e per i fischi acuti di avvertimento dei pericoli, la marmotta in aprile/maggio termina il letargo ed esce dalla tana. Questa di solito è scavata su un pendio esposto a sud ed è un cunicolo lungo fino a 10 metri che conduce alla camera in cui gli animali trascorrono l’inverno, dormendo su uno strato di erba secca che protegge dal freddo. L’erba serve anche da lettiera nel locale adibito a “toilette” dove la marmotta si reca una volta al mese per poi riprendere il sonno, durante il quale non si alimenta e dimagrisce vistosamente. Trascorre l’estate a rimpinzarsi di cibo per affrontare il digiuno invernale con uno strato di grasso che sarà la sua riserva.
Il lupo

Scomparso per diversi anni, per la caccia indiscriminata e per l’esiguità delle sue prede, questo magnifico carnivoro è ritornato dagli anni ’70 nella nostra valle proveniente dall’Appennino . La sua espansione territoriale è un fenomeno completamente naturale, in nessuna area d’Europa sono stati attuati programmi di reintroduzione o traslocazione di lupi. Specie protetta dal 1972, è difficile da vedere perché teme l’uomo e cerca di evitarlo e non rappresenta un pericolo per la specie umana: le sue prede naturali sono caprioli e cervi, presenti in quantità sul territorio ed occasionalmente il lupo può creare danni agli allevamenti di pecore se non sono difesi dai cani anti lupo.
Per saperne di più sul lupo: www.parchialpicozie.it / www.lifewolfalps.eu

La vipera
Tra i rettili la più famosa è senza dubbio la vipera. Essa trascorre la stagione fredda in uno stato letargico fino a marzo-aprile, rifugiata in ripari sotterranei o fenditure tra le rocce. Finito il periodo di latenza, poiché la temperatura del suolo è ancora bassa, le vipere escono in superficie in cerca di strati di foglie secche, tronchi abbattuti, muschio, luoghi adatti per termoregolarsi dove si attorcigliano in grovigli. In seguito avviene l’accoppiamento ed il ciclo riproduttivo. Le sue prede sono generalmente piccoli roditori ed il sistema di caccia è l’agguato: rimanendo immobile attende la preda e, quando questa si avvicina, scatta fulminea a mordere l’animale avvelenandolo per poi inghiottirlo intero.
Nei boschi sono presenti…
Il cinghiale, lo scoiattolo, la lepre, il tasso e numerosi piccoli roditori. Sulle rocce più isolate troviamo l’ermellino.
Altri animali che frequentemente troviamo nella conca di Bardonecchia
La volpe
E’ stata perseguitata fin dai tempi antichi per la sua pelliccia ma, beffandosi dell’accanimento con cui l’uomo cerca ancora oggi di sterminarla e delle difficoltà della vita selvatica, la volpe fortunatamente è ancora presente nel territorio e la si incontra spesso, soprattutto nelle notti invernali, per le strade dei paesi in cerca di cibo.
La marmotta
Famosa per l’incedere goffo e per i fischi acuti di avvertimento dei pericoli, la marmotta in aprile/maggio termina il letargo ed esce dalla tana. Questa di solito è scavata su un pendio esposto a sud ed è un cunicolo lungo fino a 10 metri che conduce alla camera in cui gli animali trascorrono l’inverno, dormendo su uno strato di erba secca che protegge dal freddo. L’erba serve anche da lettiera nel locale adibito a “toilette” dove la marmotta si reca una volta al mese per poi riprendere il sonno, durante il quale non si alimenta e dimagrisce vistosamente. Trascorre l’estate a rimpinzarsi di cibo per affrontare il digiuno invernale con uno strato di grasso che sarà la sua riserva.
Il lupo

Scomparso per diversi anni, per la caccia indiscriminata e per l’esiguità delle sue prede, questo magnifico carnivoro è ritornato dagli anni ’70 nella nostra valle proveniente dall’Appennino . La sua espansione territoriale è un fenomeno completamente naturale, in nessuna area d’Europa sono stati attuati programmi di reintroduzione o traslocazione di lupi. Specie protetta dal 1972, è difficile da vedere perché teme l’uomo e cerca di evitarlo e non rappresenta un pericolo per la specie umana: le sue prede naturali sono caprioli e cervi, presenti in quantità sul territorio ed occasionalmente il lupo può creare danni agli allevamenti di pecore se non sono difesi dai cani anti lupo.
Per saperne di più sul lupo: www.parchialpicozie.it / www.lifewolfalps.eu

La vipera
Tra i rettili la più famosa è senza dubbio la vipera. Essa trascorre la stagione fredda in uno stato letargico fino a marzo-aprile, rifugiata in ripari sotterranei o fenditure tra le rocce. Finito il periodo di latenza, poiché la temperatura del suolo è ancora bassa, le vipere escono in superficie in cerca di strati di foglie secche, tronchi abbattuti, muschio, luoghi adatti per termoregolarsi dove si attorcigliano in grovigli. In seguito avviene l’accoppiamento ed il ciclo riproduttivo. Le sue prede sono generalmente piccoli roditori ed il sistema di caccia è l’agguato: rimanendo immobile attende la preda e, quando questa si avvicina, scatta fulminea a mordere l’animale avvelenandolo per poi inghiottirlo intero.
Nei boschi sono presenti…
Il cinghiale, lo scoiattolo, la lepre, il tasso e numerosi piccoli roditori. Sulle rocce più isolate troviamo l’ermellino.
Nei cieli della conca di Bardonecchia
L’aquila reale e gli altri rapaci

Con un’apertura alare di oltre 2 metri, questo rapace diurno grande e maestoso vive e si riproduce sulle montagne della conca di Bardonecchia. I siti di nidificazione sono le pareti rocciose dai 1000 ai 2300 metri, a metà marzo vengono deposte a distanza di 3-5 giorni due/tre uova e la cova dura 45 giorni. Il colore dell’adulto è bruno scuro uniforme con la nuca dorata, i giovani invece presentano evidenti macchie bianche che vanno scomparendo con gli anni. Presente nei nostri cieli da sempre, ha rischiato l’estinzione parecchi anni fa ma ora il suo numero è in aumento grazie al divieto assoluto di caccia di questo magnifico rapace. Durante il volo le ali sono tenute a forma di V molto aperta e potrebbe essere confusa con la POIANA, che ha le ali e la coda meno allungate ed il capo meno sporgente. Un trucco per distinguerle è scrutare la coda: nella poiana è generalmente aperta a ventaglio mentre nell’aquila è rettangolare e più stretta.

Negli ultimi anni è ricomparso anche il GIPETO, detto avvoltoio degli agnelli, che in passato è stato perseguitato fino all’estinzione. La coda è pronunciata e possiede ali lunghissime a forma di cuneo, l’apertura alare raggiunge i 282 cm. e l’adulto può superare il metro di lunghezza. Il giovane ha un piumaggio bruno uniforme mentre l’adulto ha il ventre chiaro che appare spesso colorato di rosso per l’abitudine di fare bagni di terra rossastra. Caratteristica inconfondibile è la presenza delle barbe, due ciuffi di penne filiformi che pendono ai lati del becco. Il suo ambiente sono montagne selvagge con pareti e dirupi adatti alla nidificazione e sceglie il territorio maggiormente frequentato da greggi e da ungulati selvatici; come tutti gli avvoltoi il gipeto è necrofago e si ciba di carcasse di animali frantumandone le ossa prima di ingerirle.

Tra i rapaci diurni sono presenti anche il biancone, il gheppio, l’astore, lo sparviere.

Uccelli e farfalle
Il cielo delle nostre montagne è popolato da moltissimi uccelli, tra i quali citiamo la pernice bianca, il gallo forcello, la coturnice, il cuculo,il rondone alpino, il sordone, il fringuello alpino, le varietà di picchio, il gracchio, la nocciolaia, la ghiandaia, le cince… e tra le numerose farfalle che ingentiliscono prati e boschi ricordiamo il parnassius apollo, diffuso soprattutto nella Valle di Rochemolles e biotopo della Val Fredda, sito di importanza comunitaria (SIC).