In una luminosa e calda giornata estiva, si sono svolti a Melezet, borgo di Bardonecchia, sabato 17 luglio 2021 i tradizionali festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine – Festa dello Scapulaire, l’immagine evocativa di stoffa propria dell’Ordine Carmelitano.

In mattinata il parroco monsignor Gian Paolo Di Pascale, ha officiato nella chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate – patrono del Borgo – la Santa Messa, allietata dalle voci bianche del coro Primavera, alla presenza di due giovanissime priore in costume antico, di Piera Marchello, Assessore Comunale alle Politiche Sociali, in rappresentanza della Civica Amministrazione e di Flavio Fenoglio, presidente di Assomont Melezet, associazione no-profit finalizzata alla gestione dell’acquedotto e alla manutenzione del territorio.

Il parroco durante l’omelia ha illustrato il senso della festa e rivolto un grosso appello ai presenti a favore della raccolta fondi per completare la ristrutturazione della Cappella del monte Thabor 3.178 m. slm, storicamente legata al Melezet, in territorio francese dal 1947, luogo di culto e turistico italo-francese.

Al termine della funzione religiosa nell’ex-Cappella del Carmine, sede del Museo di Arte Religiosa Alpina, parte del Sistema Museale Diocesano, distante un centinaio di metri dalla parrocchiale, è stata aperta la mostra “Il santo che non fu tale – Storia di un incredibile restauro”, approntata all’interno del restaurato museo, da un gruppo di parrocchiane, coordinate dalle volontarie Valeria Bonaiti e da Daniela Ferrero e da Wanda Nuvolone, con esposta la statua di Gesù Cristo trafitto dalle frecce. Presenti, il parroco, le autorità, i curatori dell’esposizione e don Gianluca Popolla, responsabile del centro culturale che gestisce i musei, la biblioteca e l’archivio della diocesi di Susa, coordinatore del piano di valorizzazione culturale della Valle di Susa.

Nel pomeriggio merenda sul sagrato della parrocchiale con goffre per tutti e apertura al pubblico del museo, che espone in modo permanente interessanti testimonianze artistiche che vanno dal XV al XX secolo, opere di argenteria, statuarie lignee, dipinti e paramenti provenienti dalle chiese parrocchiali e dalle numerose cappelle del capoluogo e dei borghi.

“In fase di restauro della statua – spiega Valeria Bonaiti – si è scoperto che quello che credevamo fosse San Sebastiano, in origine era Gesù Cristo, legato ad una colonna, poi “trasformato” durante un’epidemia nel Santo trafitto. Da più di venti anni ci adoperiamo a favore del museo, studiando e informandoci e ora, anche grazie a diverse donazioni, siamo riuscite finalmente a proporre la mostra e a realizzare questo restauro che speriamo siano accolti favorevolmente dal pubblico”.

Per tutta la giornata era possibile fare acquisti e girovagare tra i banchi del mercatino artigianale, sospeso lo scorso anno a causa della pandemia COVID-19 e veder all’opera nella loro sede alcuni intagliatori dell’antica Scuola del Melezet, famosa per la produzione dei grappoli di frutta lignei policromi, molto diffusi nella Conca.

Il museo è visitabile, nel rispetto delle nome anti pandemia, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, sabato 24, domenica 25 e sabato 31 luglio; domenica 1°, sabato 7, domenica 8, sabato 14, sabato 21, domenica 22 e sabato 28 agosto.  Per visite in altri orari e durante l’anno occorre prenotare telefonando allo 012262264.

 

museo@centroculturalediocesano.it   www.centroculturalediocesano.it